Un occhio di riguardo al “nostro” made in Italy

Che siamo tutti sotto attacco dal punto di vista commerciale è un dato di fatto.

Al posto di impazzire o farci venire crisi isteriche, perché non provare a concentrarci su azioni utili?

Per esempio: perché non far passare tutti i prodotti Made in Italy attraverso una corsia preferenziale, nel nostro business?

Perché, in sostanza, non valorizzare il meglio che possiamo offrire a livello produttivo come Paese?

Il Made in Italy — inteso non solo come origine geografica, ma come insieme di competenze produttive, cura artigianale, tracciabilità e qualità certificata — è riconosciuto a livello internazionale come un vero e proprio marchio di eccellenza. I dati ICE e ISTAT lo confermano: in settori come l’agroalimentare, l’enogastronomia, la trasformazione industriale di filiera corta, i prodotti italiani godono di un’alta reputazione, che si riflette direttamente nella propensione all’acquisto da parte di clienti B2B italiani ed esteri.

In altre parole, distribuire Made in Italy significa offrire valore aggiunto tangibile, anche in termini di marginalità e fidelizzazione.

A te cosa ne viene?

È presto detto: lavorare con il Made in Italy significa, per te che sei nodo logistico e commerciale tra produttori e ristorazione, partecipare a un sistema economico più ampio, che difende il lavoro locale, preserva il patrimonio culturale del Paese e sostiene la qualità lungo tutta la filiera. Non lo devi fare solo per farti bello, ma per un preciso posizionamento competitivo: il mercato è sempre più affollato da prodotti a basso costo, spesso importati, spesso opachi nei metodi di produzione? Tu con il Made in Italy puoi distinguerti per trasparenza e italianità. È un vantaggio competitivo sempre più riconosciuto, soprattutto tra i clienti che cercano affidabilità, identità e origine controllata.

Il tuo ruolo, in questo contesto, è chiave: non sei solo un intermediario, sei il ponte tra chi produce e chi racconta quei prodotti al cliente finale. Ecco perché è fondamentale che tu conosca a fondo la storia e le caratteristiche dei prodotti italiani che scegli di distribuire. Saper raccontare perché un certo salume viene da una zona precisa, perché una pasta ha bisogno di una certa trafilatura, perché un vino biologico ha certificazioni riconosciute a livello europeo non è un dettaglio di marketing. È contenuto, ed è il contenuto che oggi crea valore. Anche nel B2B.

Meglio star lontani dai guai

Puntare sul Made in Italy ti protegge, almeno in parte, dalle turbolenze di alcune dinamiche internazionali: fluttuazioni dei mercati globali, crisi logistiche, interruzioni di catene di fornitura, politiche protezionistiche, per non parlare di tutto il mondo dei dazi e del protezionismo americano che non sappiamo assolutamente dove ci porterà.

I fornitori italiani, specie se ben selezionati, ti consentono di costruire relazioni più solide, più accessibili e spesso più rapide anche nella gestione di criticità. Un fornitore nazionale è spesso più disponibile al confronto, alla personalizzazione, alla flessibilità operativa.

Accreditati tra gli stakeholder

Sostenendo il Made in Italy passi anche un messaggio culturale molto forte. È una scelta che parla di identità, di responsabilità e di visione. Può diventare parte integrante del tuo brand, della tua proposta commerciale, del modo in cui ti presenti a nuovi clienti. E può tradursi in alleanze più forti con ristoratori, albergatori, gestori di locali che vogliono differenziarsi e costruire un’offerta di qualità certificata. Guarda caso… non per caso nel logo della mia azienda, Ristopiù Lombardia, è presente il tricolore…

Anche tu stai lavorando per valorizzare di più le produzioni italiane? Come ti stai muovendo? Scrivimi a mit@ristopiulombardia.it, condividerò la tua esperienza con la community.

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