Le nostre, per fortuna, caro collega grossista, non sono aziende considerate energivore, come quelle che lavorano per esempio nel settore della carta.
È però vero che il prezzo alto dell’elettricità e quello impazzito del gas stanno mettendo a dura prova anche le nostre bollette.
Non siamo a rischio chiusura, ma qualcosa dobbiamo fare.
Tutti noi, intendo anche i collaboratori, e a valle e a monte fornitori, clienti e così via.
Non è il momento di investire in nuove apparecchiature, siamo tutti d’accordo, ma possiamo comunque ottimizzare l’esistente.
Quello che ci attende è un inverno “al freddo”, sia nella metafora che fuori dalla metafora. Tanto vale adeguarsi subito e guadagnare tempo prezioso per poi ripartire molto più velocemente di tutti gli altri.
Ecco qualche misura, indicata peraltro dal governo, che può risultare molto utile.
-Con buona pace dei dipendenti che stanno alla scrivania, riduci di qualche grado la temperatura degli uffici, e anche la durata del riscaldamento. Questo comporterà l’aumento di maglioni e sciarpe, ma è una misura necessaria. Spiega bene ai collaboratori il motivo della scelta – meglio lavorare tutti con un grado in meno, che chiudere qualche giorno per risparmiare – e inizia subito a mettere in pratica la decisione non appena si tratterà di accendere il riscaldamento
-Abbiamo passato anni a tenere accese luci di uffici in cui non c’è mai nessuno. Bene, questo tempo è finito. Si accendono le luci solo quando è necessario; si aprono le tende per far entrare la luce del sole, che è gratuita. Si ragiona tutti come se l’azienda fosse casa propria, dunque senza sprechi
-Lo stesso dicasi per le porte aperte mentre il riscaldamento è in funzione. Anche prima della crisi del gas questo comportamento era assurdo. Suggerisci la buona pratica della chiusura ai tuoi clienti che operano nel retail, anche la loro bolletta sarà salatissima
Una cosa è chiara, da queste indicazioni. Passeremo questo periodo complesso solo se tutti daremo una mano e diventeremo protagonisti in prima persona del cambiamento.
Se tu personalmente attui comportamenti virtuosi, ma i tuoi 20 dipendenti continuano a lasciare aperte le porte dell’azienda… i tuoi sforzi saranno vanificati.
Occorre una presa di coscienza complessiva, se vogliamo che tutte le nostre filiere sopravvivano.
Altra cosa: da monte a valle non possiamo pensare di scaricare all’ultimo utente-consumatore tutti i rincari che stiamo attivando.
Il consumatore per qualche settimana reggerà, poi inizierà a razionare.
Cosa?
Le uscite a cena, in pizzeria, al ristorante, gli acquisti non necessari – abbigliamento, tecnologia, libri – e tutti questi settori merceologici appena citati andranno in crisi. E una crisi adesso, dopo quella degli anni Covid, potrebbe fare davvero molto male a tutti.
Quindi, andando con ordine.
Primo: condividere con i dipendenti l’urgenza del problema-bollette
Secondo: opera di convincimento per far sentire tutti partecipi del problema
Terzo: attivare le buone pratiche con gli eventuali accorgimenti (una pausa in più per prepararsi un thè caldo non sarebbe un delitto, per esempio)
Quarto: resistere. In attesa che qualcuno più in alto di noi decida finalmente cosa fare per aiutare il Paese a superare velocemente il momento critico
Sei in affanno e le bollette sono il tuo ultimo problema? Non sei solo: scrivi a mit@ristopiulombardia.it ti risponderò e insieme cercheremo di trovare la giusta soluzione per la tua azienda.
Avanti tutta partendo proprio… dalla formazione. A presto!