Cosa diciamo e vendiamo alla generazione Greta?

Oggi è venerdì: i nostri ragazzi, dopo aver scioperato per l’ambiente nelle passate settimane, sono tornati a scuola, ma hanno lasciato ben impresso nella mente dei adulti un messaggio: avete rovinato il pianeta, ci state rovinando il futuro, adesso basta.

Ho osservato con molta attenzione i tantissimi aspetti del problema “ambientale” e le posizioni dei diversi protagonisti sulla scena.

Hanno tutti ragione, ovviamente, ma passare dal dire al fare, dai proclami alle azioni concrete, è molto difficile.

Ciascuno di noi ha due possibilità: demandare tutto alla politica (che certamente deve indirizzare le grandissime scelte a livello globale) e quindi alla fine attendere che altri ci obblighino a fare e non fare…

Oppure muoversi in prima persona, nel quotidiano, con i piccoli gesti che possono raddrizzare, se non il mondo, almeno il nostro quartiere.

La prima è l’opzione di comodo.

La seconda, per noi che lavoriamo a contatto con il cliente finale, è l’opzione “devi per forza”. Per quale motivo? Semplice, proprio la generazione Greta del titolo ci aspetta al varco. È lì che ci osserva, pronta a salutarci se non ci comportiamo in modo corretto. Già tutti noi, in quanto adulti, rappresentiamo il nemico potenziale: mica vogliamo che anche il bar sia considerato uno dei tanti luoghi che stanno rovinando l’ambiente, vero?

Dialogare con i giovani significa parlare con i nostri clienti di oggi e di domani.

E capire che le loro richieste non sono quelle dei loro genitori.

I giovani sono – più che gli adulti – sensibili a:

provenienza del cibo (meglio se arriva da vicino-vicinissimo)

rispetto degli animali (allevati in un certo modo, macellati in un certo modo, ecc.)

spreco di energia

origine dell’energia (pulita? Da quale fonte?)

imballaggio (è riciclato? Si può riusare?)

spazio (davvero tutto ciò che ingombra è funzionale)

digital (se posso usare il web, perché devo ancora stampare carta?)

Cercano, in sostanza, di essere rispettosi del proprio corpo e di ciò che li circonda.

Se, entrando nel bar, scoprono che hai un’unica spazzatura; che getti metà del cespo di insalata; che lasci il forno acceso anche quando non lo usi. Che sballi la temperatura dell’ambiente… che nel bagno le luci sono sempre accese e così via… al posto di creare una sintonia crei un primo, forte, motivo di frattura.

In pratica: parliamo… ma non ci capiamo!

E allora cosa dire e cosa proporre alla generazione Greta?

Semplicità. E onestà. E coerenza.

Non presentarti mai per ciò che non sei.

Racconta le scelte che compi, il motivo per cui hai inserito un prodotto o nei hai tolto un altro. Spiega il tuo impegno nel dettaglio… e magari chiedi anche un aiuto proprio ai giovani.

Non mentire, mai: ovvero, non raccontare bugie… verresti scoperto nel giro di cinque minuti.

Nessuno nasce ambientalista convinto: tutti, però, possiamo cambiare atteggiamento e essere un po’ più virtuosi e responsabili.

Questo è il percorso che ci attende, da qui ai prossimi anni.

Un percorso che faremo tutti assieme, nessuno escluso, e che ci coinvolgerà anche come cittadini e genitori.

Alla lunga cambierà il nostro modello di business, mi chiedono alcuni?

Io rispondo sempre no: continuerò – questo è il mio caso – a vendere prodotti Food per i bar. Ma lo spirito sarà di sicuro diverso: più consapevole.

Smetteranno, i clienti, di mangiare brioche? No… il prodotto resterà un must… a cambiare saranno probabilmente gli ingredienti…

Siamo pronti… via al cambiamento!

 

 

 

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