Carissimo imprenditore, oggi parto con una bellissima notizia e proseguo con considerazioni ancora più “felici” e utili per il nostro business.
Quando, in tutto il mondo, si parla di cibo, l’unico riferimento, il più importante e rilevante, associa il tema al Made In Italy. Nessun altro Paese ci supera.
Questo dato è importantissimo e ci consente di guardare tutti dall’alto verso il basso. Ma ci sprona, come vedremo, a fare sempre meglio.
Questa percezione della leadership italiana del food proviene dal web. In pratica: il cibo italiano è il più cercato su Google specie in Africa, Asia e Sud America.
Entriamo nel dettaglio:
-A essere cercati maggiormente sono tartufo, gorgonzola e Prosecco (seguito da Barolo, Barbaresco e Dolcetto.
-Massima soddisfazione viene anche espressa nei confronti della ricettività italiana, sia per quanto riguarda le esperienze nei ristoranti che, ancor più, negli agriturismi. Le regioni maggiormente gradite sono Umbria, Toscana e Trentino.
Questo è quanto: ovvero, questo è ciò che cercano e apprezzano i clienti stranieri, ogni volta che pensano al nostro cibo.
E noi? Come ci collochiamo, nel panorama mondiale… e in quello locale, che è poi la fonte del nostro fatturato?
Dobbiamo sforzarci di capire che:
-Il nostro cliente è spaccato a metà. Da una parte è abitudinario e ha gusti italianissimi. Dall’altra è sempre alla ricerca di novità; è pieno di esigenze (dal latte di soia, alla stevia, allo yogurt senza lattosio…). Dall’altra ancora ha una competenza elevata nei confronti dei prodotti gourmet, che ama ritrovare nei locali e degustare, magari per occasioni speciali. Ciò significa che anche per lui sono importanti il tartufo, il Prosecco e il gorgonzola…
-Il nostro compito è quello di fare in modo che il cliente sia sempre soddisfatto, in qualunque caso
allo stesso tempo la contaminazione tra cibi di diverse etnie è un dato di fatto. In pratica gli altri cercano noi… ma noi cerchiamo gli altri. Ipotizzare un menù che non comprenda anche qualche piatto etnico, o con inserimenti etnici tra gli ingredienti, sarebbe molto penalizzante
-Ancora: mentre il cliente straniero potrebbe accontentarsi di un generico “gorgonzola”… l’italiano è leggermente più scaltro e preparato, pertanto vuole sapere i mesi di stagionatura, l’esatta provenienza di un certo prodotto, la sua conservazione e la sua storia. È difficilmente ingannabile… ciò significa che noi dobbiamo essere più preparati di lui ed essere pronti a rispondere in modo adeguato alle sue domande
Insomma, si fa presto a dire cibo, si fa presto a dire menù.
In realtà dietro a ogni singolo piatto ci deve essere una strategia: di preparazione, di vendita, di racconto, di presentazione.
Il tutto estremamente dettagliato e approfondito.
Pensi che arrivare a questo grado di competenza sia impossibile?
Ti rispondo: no!
Occorre solo attivare i giusti canali di formazione.
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Alla prossima settimana!