In Australia non si vive a testa in giù.
Certo, già lo sapevo, ma ho preferito constatare di persona.
Scherzo, ovviamente!
Il sorriso è però d’obbligo perché il viaggio che abbiamo organizzato insieme, gli amici consorziati di Ursa Major ed io, in Australia, è stato sconvolgente.
Faccio un passo indietro.
Noi imprenditori – indipendentemente dal mercato in cui operiamo – non possiamo stare fermi. Dobbiamo osservare, imparare, guardare, cercare novità, portarle in azienda, far progredire il business.
Dobbiamo, in una parola, far crescere la nostra cultura d’impresa.
Per buona parte dell’anno sono sufficienti libri, corsi di formazione, radio, televisione, master, approfondimenti, visite dai consulenti. A volte, invece, è necessario proprio fare la valigia e partire, per andare a toccare con mano come altri Paesi e altri imprenditori intendono il nostro stesso modo di lavorare.
Questo è il motivo per cui il consorzio Ursa Major ogni anno si muove compatto e organizza un viaggio lontano, lontanissimo… c’è stata New York, quest’anno è arrivata l’Australia. Con il suo carico di grandezza, diversità, colori, calore.
Un tuffo in un mondo diverso dal nostro, insomma, che ci ha permesso di confrontarci a viso aperto con nuove soluzioni di business.
E che ci ha dato modo di conoscere tanti imprenditori, italiani, che hanno scelto quel continente per allargare la propria attività, oppure impiantarla in modo più dinamico.
Nei giorni “australiani”, tutti dotati di giubbotto azzurro Ursa Major – perché fortissimo è il nostro senso di appartenenza – abbiamo per esempio conosciuto Raffaele ed Enzo, fondatori della Napoli Food, grossista di prodotti italiani. Poi abbiamo visitato la Smeg, la Papa, la Gulli Food: tutti casi di successo importantissimi, che raccontano di un Made in Italy che davvero non ha confini.
Molte volte alcuni colleghi mi chiedono: “Jo, ma non sei mai stanco? Non ti fermi mai, come riesci a gestire tutto?”.
Ti svelo il mio segreto: passione e organizzazione.
Questi due elementi, presi separatamente, porterebbero l’azienda al tracollo. Ti spiego perché.
La passione è un motore fortissimo per l’azione, ti porta a scalare le montagne e surfare sulle onde più ardite. Ma non è detto che la tua azienda debba per forza scalare quella montagna, oppure surfare su quella particolare onda.
L’organizzazione, invece, è il motore razionale, ciò che stabilisce le priorità. Da sola può arrivare a gestire bene appuntamenti, lista del to do, compiti da assegnare alle persone. Ma se, sotto, non ha il “fuoco” della passione, il business resta asettico e non possiede quello slancio capace di superare i competitor.
Passione e organizzazione animano la mia giornata. Ma anche così… non sarebbe possibile girare per l’Australia, gestire l’azienda, controllare e stimolare i dipendenti, acquisire nuovi clienti. Qui entrano in gioco i collaboratori e la delega.
Nessun imprenditore sano di mente penserebbe mai di fare tutto da solo. Occorre un team – o anche più di uno – capace di seguire le priorità e gestire la quotidianità, oltre che analizzare gli andamenti del business, in accordo con la proprietà.
Ecco, questi sono i miei segreti (gli altri non te li posso svelare! Non ora!).
Sia che tu voglia arrivare a Sidney, oppure fare il giro dell’isolato per consegnare un piatto caldo in un ufficio, alla base devi avere sempre una motivazione forte, una determinazione puntuale, una serenità d’animo che non ti manda in panico se qualcosa non funziona.
Se sei “settato” con questi strumenti, ti resta poi una sola cosa da fare: mettere in pratica.
Ovvero sperimentare, per innovare, dare spazio ai trend. Far evolvere la tua azienda e la tua proposta commerciale. E rimanere “aperto”, ossia pronto a fare squadra con i tuoi colleghi, come accade agli imprenditori del consorzio Ursa Major.
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