Molto spesso, sulla mia scrivania, campeggiano diverse bottiglie di vino e alcuni dei migliori alcolici che abbiamo nel catalogo Spiriti Eccellenti.
Siccome non posso assaggiare tutto e trasferirti le emozioni che provo, o le suggestioni commerciali che dalla degustazione possono nascere, preferisco raccontarti la storia di Edo, un amico imprenditore con un bar a Milano.
Edo aveva proprio una passione sfrenata per la vendita degli spiriti e degli alcolici in generale: nel suo piccolo bar aveva ricavato uno spazio per la cantina e amava far vedere ai clienti che si recava proprio in quell’angolino a “pescare” la giusta bottiglia per il pesce, fosse anche stato un filetto di trota al vapore.
Nonostante i grandissimi sforzi e gli investimenti per acquistare bottiglie di sicuro successo, la passione di Edo non riusciva a sfondare. Non gli portava, cioè, il fatturato voluto.
Per quale motivo?
Io stesso mi sono recato nel locale: tutto perfetto, accogliente, pulito. Profumi, luci, offerta, un vero piccolo bar di una metropoli.
Guardando la cantina, e sentendo Edo parlare delle sue bottiglie, ho poi scovato il problema: Edo sapeva tutto, conosceva tutto, ma in modo didascalico, non emozionale. Cioè non riusciva a trasmettere passione, solo conoscenza.
Allora ho preso lo struzzo che era in lui, gli ho tolto la testa dalla sabbia… e l’ho letteralmente tagliata.
Questa metafora mi serve per spiegarti un concetto molto importante: se sai e trattieni tutto per te, il tuo sapere non serve.
Se vendi prodotti ottimi, che magari non hai nemmeno mai assaggiato, la gente se ne accorge e non ci casca… ossia non assaggia e non acquista.
Mangiare e bere sono due esperienze emozionali: il tuo cliente vuole osservare con gli occhi, le orecchie, il naso, le papille gustative. Vuole vivere all’interno di un racconto che tu gli devi confezionare.
E come si fa a imparare a trasmettere il proprio amore per un cibo o una bottiglia?
Semplice, si toglie la testa dalla sabbia e si va. In viaggio. A spasso.
Molti clienti pensano a volte che sia impazzito, quando mi vedono partire con loro per i Viaggi DiVini sensoriali che Ristopiù organizza nelle colline piacentine o in Franciacorta.
E invece no. Sto perfettamente bene, sto solo agevolando la conoscenza e le relazioni.
Un conto, infatti, è degustare un buon vino in enoteca.
Un conto è osservare come quel vino viene preparato, dove viene conservato e invecchiato. Le persone, il terreno, i filari, sono immagini che restano impresse molto più della gradazione alcolica o del retrogusto di muschio alpino.
Vuoi dare personalità alla tua offerta?
Ogni tanto lascia la comodità del tuo bar e vieni con noi.
I wine travel sensoriali non sono gite di piacere o vacanze che durano un solo giorno: sono appuntamenti formativi indispensabili. Tornerai arricchito e porterai valore all’interno del tuo locale, direttamente nel piatto del tuo cliente.
Se vuoi conoscere i prossimi appuntamenti delle visite alle cantine organizzate da Ristopiù – ti ricordo che organizziamo tutto noi, trasporto compreso – puoi consultare il sito RistopiùNews alla sezione Academy.
Se invece vuoi consultare il nostro ricchissimo catalogo dei Vini, puoi andare su www.ristopiulombardia.ite aprire la tendina di sinistra.
Pensi che io abbia ragione? Pensi che andare e fare esperienza sia molto meglio che guardare una trasmissione di cucina in tv? Hai avuto esperienze simili? Allora raccontale! Scrivi di seguito la tua esperienza, mi aiuterai in questo modo a costruire la community dell’Horeca!