Soffiano venti di “finta” secessione, soprattutto in Veneto e Lombardia.
Sono alle porte referendum sull’autonomia.
Il Sud sconta un ritardo che non è riuscito a colmare sin da quando l’Italia è stata unita.
Quindi, siamo un Paese unito o no?
Secondo le ultime ricerche pubblicate, gli italiani si sentono ovviamente italiani, ma le loro radici affondano nel territorio in cui abitano, ossia il comune e la regione.
Per esempio, i milanesi si sentono tali, poi solo in seconda battuta si sentono lombardi, o italiani, o europei.
Cosa c’entra, tutto questo, con noi imprenditori del settore Horeca?
Tantissimo. Queste spie ci devono ricordare che i clienti che entrano nel nostro locale:
- Amano la terra in cui vivono, pur con le sue contraddizioni
- Si attendono che questa terra venga rispettata, anche nelle sue tradizioni storiche, negli usi, nei costumi. Enogastronomia compresa
- Vogliono certamente assaggiare e degustare cibi diversi e “altri”, quelli che magari hanno imparato ad apprezzare in ferie, in giro per l’Europa e il mondo, ma il cuore resta fermo lì… al cibo della nonna
Qui si aprono tantissimi scenari, tutti a nostro favore:
- Da una parte possiamo valorizzare i cibi del territorio, tra l’altro anche buoni per il pianeta, perché “a chilometri zero”, mostrando in questo modo di apprezzare – nel nostro caso – la Lombardia e i suoi mille formaggi, le sue specialità a livello di carne e salumi, i dolci e i vini… avete idea di quante referenze potete proporre? Un’infinità, per infinite proposte di cene o aperitivi o pranzi “a tema”
- Dall’altra possiamo verticalizzare e alzare il livello della nostra proposta, per esempio scegliendo, in certi giorni particolari, di proporre solo prodotti Dop, Ipg, e così via, esaltando in questo modo le più alte forme di food e beverage che il territorio sia in grado di proporre
- Per accontentare anche quella fascia di clientela più cosmopolita, possiamo infine intervallare l’offerta del territorio con prodotti più “lontani”, come quelli legati all’Oktoberfest, o le degustazioni di carni toscane, di salumi umbri, di birre piemontesi e così via.
Quindi, ricapitolo. Io sono per la valorizzazione del territorio, in tutte le sue forme.
L’unico vincolo che pongo al mio ragionamento è questo: mai chiudere gli occhi di fronte alle opportunità. Ascoltare sempre il cliente e le sue mutevoli richieste. Adattarsi al cambiamento, con rapidità.
Cosa ne pensi? Sei d’accordo con me o stai percorrendo altre strade? Lascia di seguito un commento, aiutaci a costruire la community di esperti dell’Horeca!