Beneficienza, parliamone (sul serio)

In questi giorni si sparla di beneficienza fatta, non fatta, rubata, fregata, indagata dalla magistratura. Soldi che vanno di qua e di là; gente che si fa bella delle donazioni e gente che in silenzio fa molto di più.

Quale approccio è giusto tenere, da imprenditori, su questo delicato tema, in modo da:

-fare davvero del bene

-essere seri, autorevoli e di specchiata onestà

-comunicare il giusto in modo corretto?

La beneficenza aziendale non è solo un gesto di solidarietà, ma un impegno verso il benessere della comunità in cui operiamo. È molto più di un semplice atto di donazione. È un’espressione di empatia e di impegno sociale, una testimonianza di come le aziende possano avere un impatto positivo al di là del proprio ambito commerciale. Riflette la consapevolezza che, come parte della comunità, abbiamo il potere e la responsabilità di contribuire al suo miglioramento.

Fa bene anche a te…. Ma primariamente fa bene ai destinatari del tuo impegno!

Fare, bene… ma chi scegliere?

La beneficenza deve essere uno specchio dei valori e della missione della tua azienda. Scegliere di supportare cause che rispecchiano questi valori non solo garantisce coerenza, ma rafforza anche l’identità aziendale. Sarai sempre subissato da richieste, chiediti verso quale causa ti senti più portato… e pensa anche a non scontentare nessuno…

Oltre alla donazione di fondi, ci sono tanti altri modi per essere efficaci: pensa alla beneficenza che prevede un coinvolgimento attivo dell’azienda e dei tuoi collaboratori. Mi riferisco per esempio a volontariato aziendale, sponsorizzazione di eventi di beneficenza o iniziative di raccolta fondi organizzate internamente.

Unica regola: essere seri

Ogni iniziativa di beneficenza dove essere gestita con trasparenza. Ciò include la chiara comunicazione delle somme raccolte, come e dove vengono spesi i fondi e quali risultati sono stati raggiunti. La responsabilità è fondamentale per costruire fiducia e credibilità sia internamente che esternamente. È un dovere anche nei confronti di tutti gli stakeholder, si fa presto a passare da grandi filantropi a truffatori…

Se vuoi massimizzare il tuo impegno non fare tutto da solo: collabora con enti di beneficenza affermati o organizzazioni non profit. Questi partner possono fornire competenze e conoscenze specifiche che assicurano che il tuo contributo sia utilizzato nel modo più efficace possibile.

Attenzione a quello che comunichi

Certo, è importante comunicare le iniziative di beneficenza, ma è essenziale farlo con tatto e sensibilità. L’obiettivo è informare e coinvolgere, piuttosto che autocelebrare. La comunicazione dovrebbe essere focalizzata sulle cause supportate e sull’impatto delle iniziative, piuttosto che sull’azienda stessa. Quindi non “siamo stati bravissimi”, ma “è stato raggiunto un importante traguardo”.

La cronaca di questi ultimi giorni ci ha mostrato che personaggi illustri possono cadere, nella scala della reputazione, dal Top al TAP… ovvero in basso basso, proprio a causa di operazioni poco trasparenti a livello di beneficienza.

Posso dirti una cosa in tutta onestà?

Il cliente ti perdona un aumento dei prezzi, un ritardo nelle consegne, ma non tollera di essere fregato quando si parla di soldi da dare a chi ne ha bisogno. Lucrare sulla beneficienza è meschino: stiamo lontani da atteggiamenti di questo genere!

Hai trovato un modo per fare beneficienza in modo attivo e di raccontarlo in modo elegante? Scrivimi a mit@ristopiulombardia.it, condividerò la tua esperienza con tutta la community!

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