Se sei un imprenditore come me lo sai bene: è possibile che un collaboratore diventi “problematico”, per mille motivi (validi, non siamo qui a giudicare i percorsi altrui).
Per te però questo diventa un elemento di destabilizzazione, che deve essere assolutamente gestito.
Come? No panic, innanzitutto, né decisioni prese sull’onda dell’emotività, tua e sua.
Anche questo delicato momento va organizzato e ben pianificato.
Prima di tutto, è importante ricordare che ogni individuo è unico, con le proprie esperienze, motivazioni e sfide. Quindi, il primo passo è cercare di capire cosa sta succedendo a questa persona: cosa sta causando il suo comportamento? Potrebbe essere stress, insicurezza, problemi personali o una combinazione di questi. Prima di giudicare… osserva e mettiti nella disposizione d’animo della comprensione, non dell’attacco-difesa.
In secondo luogo, la comunicazione è la chiave. Avvia una conversazione aperta e onesta con il tuo collaboratore. Esprimi le tue preoccupazioni in modo costruttivo, evitando di accusare o criticare. Usa frasi come “Ho notato che…” o “Mi preoccupa che…” invece di “Tu sempre…” o “Tu non…”. Questo può aiutare a prevenire la difensività e ad aprire un dialogo produttivo. Inutile lavorare a ricostruire qualcosa… se non hai capito da dove proviene il suo disagio. Il fatto che tu sia il “capo” può generare paura dall’altra parte. Questo non deve capitare: mostrati sempre accogliente ed empatico.
In terzo luogo, stabilisci delle aspettative chiare. Assicurati che il tuo collaboratore capisca esattamente cosa ci si aspetta da lui e quali sono le conseguenze se queste aspettative non vengono soddisfatte. Questo può aiutare a prevenire malintesi e a fornire una guida chiara.
Infine, importantissimo, cerca di fornire un supporto positivo. Anche se può essere difficile, cerca di concentrarti sui punti di forza del tuo collaboratore e su come può migliorare, piuttosto che sui suoi difetti. Questo può aiutare a costruire la sua autostima e a motivarlo a cambiare… niente è ancora perduto!
Ricorda, la gestione di un collaboratore problematico non è un processo che si risolve da un giorno all’altro. Richiede pazienza, comprensione e un approccio equilibrato. Ma con il giusto atteggiamento e le giuste strategie, puoi trasformare un collaboratore problematico in un membro prezioso del tuo team.
Vuoi saperne di più?
-Consulta un formatore o uno psicologo, per capire come, lato tuo, sia possibile avere strumenti per gestire questa situazione (che di sicuro si ripresenterà nel tempo, con altri soggetti)
-Leggi, se ti va, il libro “Crucial Conversations: Tools for Talking When Stakes Are High” di Kerry Patterson, Joseph Grenny, Ron McMillan e Al Switzler. Questo libro offre strumenti pratici per gestire conversazioni difficili sul lavoro, tra cui come affrontare comportamenti problematici e come creare un ambiente di lavoro positivo e produttivo. Gli autori sottolineano l’importanza della comunicazione aperta e onesta, e forniscono strategie per gestire le emozioni e mantenere la calma in situazioni stressanti.
Un altro libro utile potrebbe essere “Difficult Conversations: How to Discuss What Matters Most” di Douglas Stone, Bruce Patton e Sheila Heen. Questo libro, scritto dai membri del Progetto di Negoziazione di Harvard, offre consigli su come affrontare le conversazioni più difficili, sia sul lavoro che nella vita personale.
Spero che questi consigli ti siano d’aiuto. Se hai bisogno di ulteriori consigli o di discutere di questa situazione, scrivimi a mit@ristopiulombardia.it, troverò il modo di aiutarti!