Tra gli italiani e il cibo qualcosa sta cambiando: e noi imprenditori dobbiamo essere ben attenti in quanto molto del nostro business è proprio legato alle abitudini del consumatore finale (ristorante, gdo, acquisti in genere…).
Puoi già immaginare di cosa sto parlando: negli ultimi mesi i prezzi sono schizzati alle stelle ma gli stipendi e le pensioni sono rimasti al palo. Il portafoglio sempre esageratamente aperto sta generando nuove scelte e abitudini di acquisto e consumo…e risparmio.
Vediamo insieme quali, con l’aiuto di una indagine della Coldiretti.
-Le persone spendono meno per il cibo: prova ne è il fatto che i cibi a basso prezzo venduti nei discount stanno aumentando del 10,3% a valore.
-Nel 2022 le famiglie italiane hanno speso complessivamente 13 miliardi in più per consumare cibo e bevande.
-Quali alimenti hanno subito i maggiori rincari? In ordine verdura, pane, pasta, riso, carne, salumi.
-Secondo l’Istat a novembre, ultima rilevazione, è crollato del 6,3% il volume di alimentari venduti.
-Le varie associazioni di consumatori stimano che annualmente gli italiani abbasseranno la spesa alimentare annua da 300 a oltre 480 euro, secondo alcune addirittura di 1000 euro.
La paura di tutti, commercianti in primis, è che gli italiani si considerino a dieta forzata, con:
-scelta preferenziale per i discount
-acquisto di cibi di minor qualità
-minor frequentazione di ristoranti e locali in genere
In qualità di grossisti distributori non abbiamo né la forza né il compito di invertire questo trend.
Possiamo, come già detto più volte, lavorare collaborando a valle della nostra filiera per aiutare i nostri clienti a mantenere prezzi equi e a rendersi sempre più attrattivi.
Se il portafoglio del cliente finale è sempre più povero, noi tutti dobbiamo, con il nostro prodotto o servizio, renderci indispensabili.
Si trattasse anche di un semplice croissant farcito: dobbiamo presentarlo talmente bene (e insegnare ai baristi a farlo) da far sì che il cliente finale decida di risparmiare su altro… ma venga ad acquistarlo.
Così si agisce in periodo di crisi: ottimizzando le spese e lavorando sull’esclusività e necessità del prodotto che stiamo proponendo.
Un lavoro di questo genere non è semplice in quanto prevede che ciascuno di noi raffini in maniera molto dettagliato la propria offerta. D’altra parte è l’unico modo per distinguerci e sopravvivere.
O lavoriamo con i discount, lavoriamo sul taglio del prezzo e puntiamo a fare volumi… sapendo che il consumatore taglierà pure su quello. Oppure scegliamo un posizionamento superiore e ci rendiamo, come detto, indispensabili.
Indispensabili per il cliente, che a sua volta si renderà indispensabile per il cliente finale.
Lasciamo agli altri il compito di lamentarsi: noi agiamo prima di tutti, prima che il mercato si svegli e comprenda l’orientamento del cliente.
I dati li possediamo già, tanto vale rimboccarsi le mani subito!
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