Caro collega imprenditore, oggi ti parlo di un fenomeno che sta esplodendo, quello dello Street Food.
Molti tuoi clienti hanno iniziato a guardare alla possibilità di preparare e vendere cibo “da strada” per ampliare il business, catturare nuove fette di clientela, vivacizzare gli orari “morti” del bar. Insomma, creare nuove opportunità di business all’interno di un business magari già consolidato.
L’intenzione è buona, anzi, di più, i numeri ci sono, l’interesse della clientela pure.
Però… come capita in tutte le occasioni in cui un fenomeno inizia a esplodere, coloro che lo “vivono” vogliono anche appropriarsi dell’idea, farla diventare “unica e originale” e in questo modo mettere in cattiva luce tutti i competitor che adottano magari soluzioni leggermente diverse.
Ecco qualche considerazione su cui ragionare insieme.
Il mezzo
In molti casi lo Street Food si abbina a un mezzo di locomozione (solo nella finzione) che diventa la cucina: effetto scenografico garantito.
Chi non lo adotta rischia di essere bollato come “non originale”. In realtà, lo Street Food prevede unicamente che il cibo venga consegnato nelle mani dei clienti e possa essere mangiato per strada. Il mezzo è un “di più”… non sostanziale.
La tradizione
Anche su questo tema si possono accendere vere e proprie guerre. Qual è lo Street Food che può fregiarsi di questo nome? L’arancino? Il frittino di pesce? L’oliva ascolana? Vanno tutti bene, in realtà, perché tutti rappresentano una porzione di territorio italiano.
E allora… fish&chips? Va scartato o demonizzato? No, in un mondo ormai senza confini anche il cibo straniero, o etnico, ha pari dignità rispetto all’arrosticino o alla trippa… e i campanilismi sono anacronistici.
Il doppio business
Chi ha un bar non deve aprire uno Street Food, pensano alcuni. E perché mai? Fatte salve le tasse comunali, i permessi e così via, qualunque bar può aprire un angolino dedicato alla somministrazione di un cibo da portar via… esattamente come si fa con la coppetta di gelato in estate.
Chi ha, su questo argomento, posizioni di chiusura, vuole solamente evitare di doversi confrontare con una buona concorrenza. Posizione un po’ miope: il mercato è aperto a tutti, sta alla bravura del singolo scalzare i competitor…
Come puoi notare tu stesso…
-Lo Street Food è un tema caldissimo, in quanto molti intravedono possibilità di fatturato aggiuntivo
-Investire nello Street Food è abbastanza semplice: esser certi di guadagnare subito e tanto è un po’ irrealistico
-Persino la scelta del cibo può diventare difficile. Non è detto che il piatto di cacio e pepe piaccia a Napoli quanto a Milano, o viceversa.
Per tutti questi motivi…
Prima di buttarsi a capofitto in una nuova esperienza, magari nel 2020, è bene approfondire ogni aspetto di questa soluzione di business.
Per esempio… leggendo.
Per esempio… assaggiando.
Per esempio… imparando nuove ricette.
Per esempio… adattando le ricette al proprio bar.
Non posso ancora svelarti nulla, ma ti dico: continua a leggermi e, soprattutto, tieni d’occhio il nostro giornale, www.ristopiunews.it. Nel mese di gennaio ci saranno delle grandissime sorprese, proprio dedicate allo Street Food. A prestissimo!