Io sono un imprenditore del settore Horeca. tu anche.
Entrambi abbiamo professioni sfidanti, ci impegniamo, vogliamo fare sempre meglio per il nostro adorato cliente: investiamo, ci prepariamo, organizziamo, formiamo noi stessi e i nostri clienti.
Ma lui, il cliente, cosa fa? Ovvero: siamo sulla stessa lunghezza d’onda, in termini di fedeltà?
Sì e no, in quanto il cliente, non solo in riferimento alla ristorazione, ma a tutti il suo mondo degli acquisti, è mediamente fedele.
Il motivo?
Ama le novità. In particolare, secondo una ricerca Nielsen dal titolo Disloyalty, in riferimento al nostro Paese, il 35% dei consumatori ama provare nuovi prodotti e brand; il 57% è disposto a provarli ogni tanto.
Quindi, tecnicamente, un italiano su tre, anche se affezionato alla sua marca di riferimento, è disposto anche ad abbandonarla per trovare altro.
Tra i driver dell’effetto “spostamento” vi sono per esempio il rapporto qualità-prezzo, la qualità superiore, la convenience. La ricerca, inoltre, evidenzia come il modello di riferimento dei clienti stia diventando, on e off line, Amazon, il che significa non solo pura vendita di prodotto, ma servizio, servizio, servizio.
Ebbene, noi, in quanto venditori (di prodotti e servizi) quanto siamo allineati con questo nuovo trend?
Abbiamo due possibilità.
La prima: rappresentare la tradizione, dunque attendere che anche il nostro cliente fedele vada a provare altro (che noi non gli offriamo… bisognerebbe anche capire perché!) e poi magari ritorni all’ovile.
La seconda: essere noi la novità, cioè rappresentare il “nuovo” che tanto incuriosisce le persone.
Non ti sto invitando a chiudere il bar e ad aprire un chiosco di succo di cocco a Cuba.
Né ti sto invitando a ribaltare totalmente il locale e il menù anche senza andare a Cuba.
Sto facendo un ragionamento strategico: se hai un’attività ben avviata, non puoi permetterti di non aggiungere con costanza almeno un 30% di innovazione.
Scegli tu quale “sfumatura di colore” dare alla tua innovazione: devi solo ricordare che esattamente questo attende il cliente da te: qualcosa di diverso, curioso, sfizioso, da poter raccontare, che gli rallegri la giornata o lo faccia sentire privilegiato, appagato, contento.
In questo percorso puoi farti aiutare dai tuoi fornitori, dai quali devi pretendere velocità mentale, disponibilità cambiamento, flessibilità.
Devi farti sostenere dai collaboratori, che conoscono alla perfezione la clientela e anche i suoi umori.
Puoi comunicare al meglio le tue innovazioni, per evitare di non riuscire a raggiungere l’alto numero di persone che potenzialmente possono essere interessate.
Come abbiamo visto, il rapporto qualità-prezzo e l’elevata qualità del prodotto la fanno da padrone.
Per capirci: introdurre una serie di secondi piatti a base di tartare di carne… quando la carne non è di primissima qualità, certificata, tracciata, ben cucinata, ben presentata, è del tutto inutile. Viene meno la promessa che hai sbandierato. Questa non è “innovazione”, è tentativo di cambiare qualcosa a poco prezzo.
Il cliente non è stupido, lo capisce in un secondo e ti dice addio.
Difficile, vero, mettersi mentalmente in discussione e accettare di essere sempre al top?
Sì, ma non impossibile: se sei un imprenditore che vuole essere di successo, e far crescere questo successo ogni giorno, sai perfettamente che il cammino deve essere costante, lungo e soprattutto “illuminato”.
Cosa significa?
Che se hai di fronte il cambiamento, non puoi girarti dall’altra parte. Specie se sai, numeri alla mano, che il cambiamento è arrivato e va esattamente in una certa direzione.
Ora tocca a te: quando si inizia?
Come gestisci i momenti di cambiamento? Quanto credi in essi? Racconta di seguito la tua esperienza, aiutami a costruire la community dell’Horeca!