Ciao!
Recentemente mi è capitato un fatto curioso che mi fa piacere raccontarti.
Dialogando con il cliente affezionato di un bar scopro…
Uno. Che non è più cliente.
Due. Che il suo giudizio sul bar che ha frequentato per anni è diventato pessimo.
Chiacchiera e chiacchiera, viene fuori che questa persona si è sentita apostrofare in malo modo in quanto aveva iniziato a discorrere di politica locale. Questa la frase incriminata che lo ha fatto desistere dal continuare a frequentare il bar: “In questo posto non si parla di politica”.
Siamo matti, ho pensato.
Ma da quando il bar è il luogo in cui si può parlare solo di calcio?
Ho provato, tra me e me, a fare una riflessione un po’ più approfondita, ed ecco cosa è venuto fuori dal mio cervello.
Ogni centro di aggregazione merita rispetto. Anche il bar. In Paese democratico come il nostro tutti possono parlare e pensare – senza offendere – ovunque si trovino, nei modi opportuni ed educati.
Il bar è il luogo dell’incontro, dell’accoglienza, della coccola mattutina. È un rifugio prezioso: entrare con la paura di non poter parlare è orribile.
Pensare, limitando i discorsi, di “proteggersi” da eventuali critiche, è sciocco. Primo: le critiche arriveranno comunque. Secondo: saranno ben ben più pesanti.
Il bar e i locali di ogni genere sono inseriti nel quartiere e nella città. Ne sono parte viva. Anche qui le persone formano la loro opinione.
Non credi che sia vero?
Allora non aprire un bar, apri un negozio di divani, asettico… dove non c’è mai nessuno.
Caro amico imprenditore, spero tu sia d’accordo con me.
Possiamo essere simpatici o anticipatici, introdurre o meno i trend, lanciare questo o quel prosecco… ma se il nostro locale non sarà accogliente e libero, tutti i nostri sforzi saranno vani.
Tornando al cliente rammaricato e dispiaciuto… si è venuto poi a sapere che altri avventori, per altri motivi, hanno abbandonato quel tale bar.
Via uno oggi, via uno domani, quanti clienti avrà perso il bar alla fine del mese?
Come saranno andati i suoi conti? E il suo magazzino?
Quanta fatica e quanto denaro dovrà mettere in campo per riconquistare i clienti perduti?
Non vorrei essere nei suoi panni. Davvero un peccato. Uno spreco di talento.
Ma una giusta punizione.
Dobbiamo tenere alta la reputazione dei nostri locali ed evitare in tutti i modi che le persone pensino che i bar sono posti esclusivi in cui bisogna fare silenzio e non interagire. Sarebbe la nostra morte!
Ti invito a sorridere sempre, nel tuo lavoro, e a impegnarti, insieme ai tuoi collaboratori, per rendere vivo il tuo locale. Vivo significa aperto, attento ai bisogni di coloro che lo frequentano.
Uno spazio intelligente, insomma, non una vetrina piena di oggetti antichi che non può essere nemmeno sfiorata.
Ti mancano idee? Sei sfiduciato? Sei stanco di vedere sempre le stesse facce?
Piuttosto stacca, prenditi una pausa, ma non mollare mai, non abdicare alla funzione sociale del tuo bar.
Hai una grande responsabilità, per te e i clienti. Costruire relazioni, networking.
E rendere i clienti soddisfatti.
Senza motivazione questo è impossibile.
Senza rispetto per il locale che si tiene vivo è ugualmente impossibile.
Ti è mai capitato di notare che il tuo bar è davvero un centro di aggregazione? Come ti sei sentito? Scrivi di seguito il tuo commento, aiutami a costruire la community dell’Horeca!