In un articolo di qualche giorno fa, Il Sole 24 Ore, che non è certamente un quotidiano di gossip, informa i lettori del fatto che la Regina Elisabetta, 92 anni, è una vera influencer. Sì, alla stregua della “nostra” Chiara Ferragni, ma diciamo con una marcia – regale – in più.
Ecco i numeri:
-il suo primo post su Instragram ha totalizzato 1,7 milioni di visualizzazioni
-l’account @RoyalFamily ha 49 milioni di follower
-nel 1976 è stata la prima monarca a inviare una e-mail
-il suo primo tweet personale – non scritto dallo staff – risale al 2014
Valutiamo insieme questi numeri da due punti di vista. Come sempre, innanzitutto gli effetti del caso sui diretti interessati e gli effetti “indiretti” su ciascuno di noi (per la serie, come possiamo “sfruttare” in modo strategico e personalizzato questa situazione).
Allora partiamo.
Effetti diretti
La casa reale resiste saldamente “sul trono”, con punte di affetto da parte dei propri sudditi davvero importanti. Il motivo? Un legame forte con la popolazione e il territorio mantenuto vivo anche grazie alla tecnologia.
Negli ultimi decenni, proprio sotto la spinta della regina, i social media sono serviti per rendere più “umani” i reali, più vicini alla gente. Grazie a questo percepito, tutti i sudditi britannici si sono sempre più affezionati a tutta la famiglia. Poco importa se la monarchia può apparire a noi una forma di gestione del potere desueta e a tratti ridicola. La sostanza c’è, ben si abbina alla forma: sapere che proprio la regina in carne e ossa usa un tablet per scrivere un tweet o postare una foto fa pensare “Alla fine è una di noi”.
Badate bene: la regina, che ripetiamo ha 92 anni, avrebbe benissimo potuto continuare a vivere nel suo mondo stradorato fregandosene di diventare maggiormente “simpatica” o tecnologicamente “smart”. Questa sua modernità è un collante strepitoso che protegge anche i sudditi dalle “bizzarrie” del resto della famiglia reale.
Effetti indiretti (su noi imprenditori)
Cosa fa, con i social media, The Queen? Semplicemente racconta parti della sua vita. Si rende “familiare”, simpatica, alla mano. Mantiene vivo il legame con le persone che la seguono.
Ebbene, questo dobbiamo fare anche noi.
Con piccoli passi decisi che di seguito ti propongo:
1 diventa autorevole (nessuno ti segue solo perché ti chiami Marco. Le persone ti seguono perché sei Marco, l’imprenditore che ha le brioche più buone di tutta Monza)
2 motiva la tua autorevolezza, raccontandola passo passo (se sei l’imprenditore con le brioche più buone, inizia a spiegare da chi le acquisti, come le cuoci, come le abbini, qual è il tuo ingrediente segreto, quale passioni poni nel tuo lavoro)
3 fotografa gli istanti migliori: la tua narrazione non può prevedere testi o foto una volta al mese, ma almeno una volta al giorno. Sii presente sul social che decidi di frequentare e predisponi una narrazione coerente con il tuo elemento differenziante
4 crea una legame social-locale, invitando i tuoi clienti – presenti al bar – a seguirti nei tuoi racconti virtuali, in modo da non scollegare una dimensione dall’altra
5 crea degli eventi nella tua storia: hai introdotto una nuova marca di caffè? Parlane e spiega bene ai tuoi clienti il perché della scelta. Hai cambiato l’orario del locale? Ugualmente “spalma” la notizia su tutti i media che utilizzi, raccontando per filo e per segno come mai ha voluto “svoltare”. E così via.
Quanto paga, una strategia di questo genere? Tantissimo.
Di sicuro non otterremo mai il numero di follower della Regina Elisabetta. Poco importa: come nel suo caso, a noi interessa che le persone che ci seguono siano contente di farlo… e si affezionino sempre di più sia a noi che al nostro locale. E lo frequentino, facendo aumentare il fatturato.
Come gestisci la tua presenza sui social? Hai una esperienza da raccontare? Scrivila di seguito, aiutami a costruire la community dell’Horeca.